Archivi categoria: Formazione dei docenti

La formazione dei docenti in Ticino è affidata, nel corso della storia, a diverse scuole e istituzioni. Alcune di queste hanno le caratteristiche di una scuola del settore secondario II (e quindi i relativi programmi appaiono anche in quella categoria), altri invece no.

Regolamento provvisorio per il corso di metodo (1868)

Il regolamento è uno dei documenti che regolamentano la formazione dei docenti in Ticino prima dell’istituzione della Scuona Normale a Pollegio nel 1873. In pratica, un corso di formazione che ogni anno si teneva in una città diversa ma che aveva sufficiente stabilità (insegnanti, contenuti della formazione, regolarità nello svolgimento) da meritarsi nel regolamento stesso l’appellativo di “scuola”. La base legale di questo regolamento è la legge scolastica del 1864. 

Regolamento in pdf

 

Le lezioni di Giovanni Nizzola per il Corso di metodica (1867)

Giovanni Nizzola (1833-1927) è stato un uomo di scuola tra i più importanti dell’Ottocento ticinese. Insegnante in varie scuole, ispettore scolastico, direttore delle scuole comunali di Lugano e membro della Commissione cantonale degli studi, ha percorso il tipico cursus honorum del secondo Ottocento.

Le Lezioni sull’insegnamento dell’italiano e della calligrafia, di cui proponiamo qui la terza edizione del 1872, sono frutto del suo insegnamento nei Corsi di metodica (nei quali sino alla fondazione della Scuola Normale nel 1873 si formavano i maestri ticinesi). La loro importanza sta nel fatto che codificano una didattica dell’insegnamento simultaneo di lettura e scrittura che si discosta da quella di origine austriaca che prevedeva l’insegnamento separato delle due con supporti didattici diversi (l’Abecedario e il Libretto dei nomi per leggere, gli Esemplari di calligrafia per scrivere). Il metodo proposto dal Nizzola invece propone un uso attivo della lavagna e un insegnamento che fosse il più possibile fondato sull’apprendimento attivo da parte dei bambini.

Il Nizzola è autore di numerosissimi altri libri di testo che spaziano dall’aritmetica all’italiano e dalla storia all’aritmetica, in particolare un Abecedario molto fortunato,  e degli Esempi di calligrafia. Il Nizzola è stato anche uno storico della scuola pubblica in Ticino (link). Del Nizzola è anche un interessantissimo adattamento del Libretto dei nomi, un tipo di abecedario/libro di letture che proviene dalla traduzione della metodica austriaca. Quello del Nizzola, del 1886, è un esempio particolarmente interessante della sopravvivenza di questo genere sin verso la fine dell’Ottocento (Libretto in pdf). 

“Manuale a carattere intuitivo” di Francesco Denti (1884)

Pubblicato nella vicina Italia, questo manuale per le scuole elementari  fa parte dei numerosi testi che negli anni dopo il 1880 promuovono il cosiddetto “metodo intuitivo”: una concezione pedagogica abbastanza poliedrica e polisemica che cerca di superare l’insegnamento meccanicistico del “leggere, scrivere e far di conto” sin lì in vigore nelle scuole e che, in una particolare accezione locale promossa dapprima da Giuseppe Curti, poi da Francesco Gianini, domina anche la scuola ticinese negli ultimi due decenni dell’Ottocento. Il manuale del Denti dà un’idea di quella che poteva essere, negli stessi anni, il “metodo intuitivo” promosso invece nelle scuole del Regno d’Italia. Non a caso l’esemplare qui digitalizzato proviene dalla biblioteca della Scuola magistrale di Locarno, dove evidentemente questo tipo di pedagogia veniva recepito con molto interesse.

Manuale in pdf

La pedagogia graduale (Stufenpädagogik) di Theodor Wiget

Die formalen Stufen des Unterrichts (“I gradi formali dell’insegnamento”) è il capolavoro del pedagogista sangallese Theodor Wiget, che dal 1880 al 1889 era direttore della Scuola magistrale di Coira. Formatosi alla scuola pedagogica tedesca di Tuiskon Ziller, Wiget ha imposto con notevole coerenza la pedagogia graduale di quest’ultimo anche in Svizzera, insieme ad altri pedagogisti “herbartiani” come François Guex di Losanna. Il modello zilleriano venne introdotto così anche nel Grigioni italiano, attraverso la notevole opera di mediazione e traduzione dell’ispettore scolastico Silvio Maurizio. In Ticino invece si preferì  il cosiddetto “metoto intuitivo”, anche se la vicedirettrice della Scuola normale femminile, Martina Martinoni (in carica dal 1893 al 1912), era una fervente sostenitrice del metodo zilleriano.

Manuale in pdf

“Notizie sui principi pestalozziani” di Giuseppe Curti (1876)

Giuseppe Curti (Pambio-Noranco 1811 – Cureglia 1895) è stato uno dei grandi uomini del liberalismo ticinese e nel contempo un importante uomo di scuola. Presso il liceo cantonale di Lugano è ricordato come docente di francese e tedesco (lingua per la quale ha pubblicato anche un manuale di fondamentale importanza). Dal 1846 al 1848 è stato Direttore della pubblica educazione. In tale veste è autore di numerosi documenti che hanno segnato la storia della scuola ticinese. Il Curti è anche autori di numerosi libri scolastici

Nel 1876 pubblica una biografia di Pestalozzi che è importante soprattutto per il secondo capitolo (pp. 58-102), Notizie sui principi pestalozziani e sulla loro applicazione nella istruzione elementare, una sorta di manifesto di quello che nei successivi tre decenni si chiamerà, nei programmi scolastici e nella letteratura pedagogica ticinese, il “metodo intuitivo”. 

Testo in pdf

il “metodo intuitivo” è, in realtà, la variante locale di una corrente pedagogica più ampia diffusa in tutta l’Europa. In Svizzera, ma non solo, uno dei punti di riferimenti di questo metodo è Pestalozzi, l’altro invece è Girard, di cui alla fine dell’Ottocento cominciano a circolare nuove edizioni. Nella Biblioteca della Scuola normale di Locarno si trovava la traduzione del Bencivenni (testo in pdf), edita da Paravia nel 1890.  

Quella per il “metodo intuitivo” come una sorta di pedagogia nazionale è una battaglia di idee, e come tale ha avuto una ricca pubblicistica in suo appoggio. Un esempio è questo opuscolo di Luigi Colombi di cui abbiamo trovato una copia nella Mostra scolastica permanente a Zurigo. 

Pedagogia e Didattica di G.A. Lindner (traduzione italiana del 1879)

Gustav Adolf Lindner (Roždalovice/Boemia 1828 – Praga 1987) era uno dei più importanti pedagogisti dell’Impero Austro-ungarico nel secondo Ottocento. Per la formazione degli insegnanti aveva pubblicato una “Allgemeine Erziehungslehre” e una “Allgemeine Unterrichtslehre”, vale a dire una Pedagogia e una Didattica. La traduzione delle due opere appare, a opera di un docente triestino, nel 1879 a Vienna.

Non è un caso che la Biblioteca del DFA ne conservi ben due copie: come veniamo a sapere dal Programma esperimentale per l’insegnamento nelle Scuole normali del 1893, Pedagogia e Didattica del Lindner figuravano tra i libri di testo della Scuola normale cantonale di Locarno.

Pedagogia del Lindner in pdf

Didattica del Lindner in pdf

Una traduzione milanese del “Metodo” di Bell/Lancaster (1816)

Il giovane Canton Ticino non ha mai prescritto il “mutuo insegnamento” come metodo nelle sue scuole. Vi era però un vivo interesse per questo approccio all’insegnamento (anche da parte di Stefano Franscini), e quindi è probabile che questa traduzione dei suoi testi fondanti, stampata a Milano nel 1816, abbia avuto una discreta circolazione anche in Ticino.

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Programmi della Scuola normale del 1903 (e modifiche del 1907)

Questo documento segna la definitiva conversione della Scuola normale ticinese alla moderna pedagogia. Non a caso nella prefazione si fa riferimento al volume di Luigi Credaro, La pedagogia di Herbart (1900): il pedagogista italiano e futuro ministro della pubblica istruzione del Regno d’Italia era stato per diversi anni esperto esterno agli esami a Locarno.

Proponiamo qui il documento del 1903 e una sua successiva riedizione (identica) del 1912  (riprodotta con OCR). Quest’ultima contiene anche le modifiche che il Consiglio di Stato ha apportato nel 1907.

Programma del 1903 in pdf

Ristampa del 1912 con allegato sulle modifiche del 1907 (con OCR)

L.A. Parravicini, Dell’educazione pubblica nel Cantone Ticino (1842)

L’autore del documento era anche responsabile dei corsi di metodica per i maestri del Cantone. Frutto di un concorso della Società Demopedeutica, l’opera non solo descrive nel dettaglio lo stato dell’istruzione nel Ticino degli anni fransciniani, ma contiene anche una dettagliata critica dei piani di studio e delle pratiche e formula una serie di proposte per migliorare la scuola ticinese. Luigi Alessandro Parravicini era un Imperial-regio direttore scolastico di Como e rinomato esperto di pedagogia, autore tra molti altri documento di un libro scolastico, il Giannetto, che probabilmente è stato il testo scolastico italiano più letto di tutto l’Ottocento.

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Luigi A. Parravicini, Manuale di pedagogia e metodica (1842)

Questo documento, opera dell’I.R. Direttore scolastico, formatore di docenti e autore di libri di testo Luigi Alessandro Parravicini, è da considerarsi come il principale riferimento per la formazione dei docenti nel Ticino dei “Corsi di metodo”. Parravicini era stato chiamato nel 1837 dal Consiglio di Stato ad assumere la responsabilità dei primi corsi di metodica per i maestri del Canton Ticino.

Documento in pdf

Luigi Alessandro Parravicini era un Imperial-regio direttore scolastico di Como e rinomato esperto di pedagogia, autore tra molti altri documento di un libro scolastico, il Giannetto, che probabilmente è stato il testo scolastico italiano più letto di tutto l’Ottocento. Qui il link verso un adattamento ticinese del Giannetto.