Tutti gli articoli di wsahlfeld

Programmi del seminario di Pollegio (1904)

Questo documento ci dà un’idea di quella che era la formazione dei futuri sacerdoti in una scuola che sottostava all’autorità del vescovo, fornendo una cultura ginnasiale a quei ragazzi che poi avrebbero proseguito gli studi superiori in vista del sacerdozio. E’ di un certo interesse confrontarlo con i programmi dei ginnasi statali dello stesso periodo, se si vuole comprendere la “cultura scolastica” di un ambiente certo minoritario ma che ha pur sempre inciso sulla formazione di una parte della popolazione ticinese. 

In appendice, il documento contiene anche un regolamento su aspetti quali l’ammissione, le rette, la vita nel seminario. 

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Programmi delle scuole professionali femminili di Lugano (1919)

Queste scuole fanno parte dell’universo delle scuole professionali che, anche sotto la spinta della legge sulla formazione professionale del 1914,  cominciarono a nascere nei primi due decenni del Novecento ad opera di enti sia pubblici che privati. Figlia del suo tempo per quanto concerne la preparazione professionale e il ruolo che riservava alle donne, la scuola professionale di Lugano è in ogni caso un progetto importante per lo sviluppo della formazione professionale delle ragazze. 

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Statuto della Società di mutuo soccorso tra i docenti

Fondata nel 1861, l’Associazione di mutuo soccorso tra i docenti fa parte di quella rete di associazioni attraverso le quali il movimento liberale cercava, nella fase “pionieristica” della scuola ticinese, di promuovere l’alfabetizzazione del popolo e un ruolo attivo dei docenti nella società. L’associazione aveva come scopo “il mutuo soccorso per casi di malattia, di sopraggiunta impotenza all’esercizio del proprio ministero (sic!) o di grave infortunio”. I suoi statuti sono una fonte interessante su questa fase del sistema educativo ticinese. 

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Sui primi vent’anni di esistenza della società, abbiamo un’interessante testimonianza in un opuscoletto di Giovanni Nizzola, Il primo ventennio della società di Mutuo Soccorso fra i docenti ticinesi.

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Sulla somministrazione gratuita del materiale scolastico: memoria di Giovanni Nizzola (1891)

In questo documento, pubblicato dalla Società Demopedeutica, uno dei padri nobili della scuola ticinese dell’Ottocento, analizza una questione ancora oggi molto dibattuta: la gratuità del materiale scolastico.  Il documento è una fonte interessante sullo stato della questione alla fine dell’Ottocento. 

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Regolamento per la scuola d’applicazione annessa alla Scuola Normale Maschile (1899)

 La scuola d’applicazione (in periodi successivi chiamata anche scuola pratica) della Scuola magistrale ticinese, era una scuola elementare che permetteva agli studenti della scuola di formazione di svolgere regolare tirocinio d’osservazione e di pratica, ed è esistita per un secolo. Fa parte del grande sforzo di implementazione del “metodo intuitivo” e di una seria formazione dei docenti da parte del direttore della Scuola magistrale, Luigi Imperatori, e del suo vicedirettore Francesco Gianini. Il regolamento non lo esplicita, ma l’assenza nel programma delle attività femminili (cucito ecc.) fa pensare che si sia trattato di una scuola maschile.

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Regolamento per gli esami di abilitazione all’insegnamento nelle scuole primarie e maggiori (1887, 1896)

Questo regolamenti sono stilati per coloro (e sono molte e molti in quegli anni) che hanno frequentato una Scuola magistrale diversa dalla Scuola normale cantonale.  Queste persone devono comparire davanti a una commissione governativa e sostenere un esame che poi le rende eleggibili come docenti nelle scuole comunali. 

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Innalzamento dell’età minima a 18 anni (1899)

 

Decreto sull’istituzione di scuole di arti e mestieri (1950)

L’istituzione di scuole d’arti e mestieri è una delle misure che danno alla formazione professionale in Ticino una fisionomia peculiare, meno esclusivamente incentrata sul sistema duale che in altre regioni della Svizzera, che ritroviamo ancora oggi. 

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Si trattava di scuole aventi scopi pratici e modalità di lavoro laboratoriali. Ecco perché un apposito regolamento del 1955 dovette poi fissare anche le modalità dei lavori su commissione e le relative remunerazioni in questa “zona grigia” tra formazione e lavoro. 

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