Redatte dal bibliotecario Pier Riccardo Frigeri su incarico del Dipartimento dell’educazione, queste “norme” sono qualcosa a metà tra il regolamento e il vademecum. Ricordiamo che a norma della legge scolastica del 1958 (art. 115) “Ogni comune deve possedere una biblioteca scolastica e deve stanziare nel bilancio di ogni anno un credito scolastico”. Probabilmente il documento va letto anche nel contesto della proliferazione di nuove scuole nel secondario I, con la nascita di numerosi ginnasi in particolare, con la quale si prepara quella che pochi anni dopo sarà la più importante riforma nella storia della scuola ticinese del secondo Novecento: la Scuola media.
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Decreto relativo allo Statuto della cassa di previdenza dei docenti (1904)
Il documento qui riprodotto documento come lo Stato si sia assunto, a parte dall’inizio del Novecento, una nuova e diversa attenzione ai bisogni previdenziali dei docenti, intervenendo anche direttamente nel finanziamento e fissando per gli insegnanti delle scuole pubbliche l’obbligo di aderire alla Cassa di pensione. Tale intervento è molto duraturo: l’art. 2 del decreto determina che “la Cassa di previdenza non potrà essere sciolta”. Da notare che per la prima volta l’adesione al sistema previdenziale viene offerta anche alle maestre d’asilo, purché laiche: vediamo qui una traccia interessante della costituzione come professione di queste docenti.
Programmi delle scuole professionali artigianali e industriali (1978)
Il documento dà una buona idea di quella che era la cultura scolastica e professionale prevista per i giovani che affrontavano le formazioni nelle professioni dell’artigianato e dell’industria.
Programma del Centro scolastico per le industrie artistiche (1978)
Il documento dà una buona idea di quella che era la cultura scolastica e professionale prevista per i giovani che affrontavano le formazioni nelle professioni dell’industria grafica e dell’artigianato.
Programmi delle Scuole professionali commerciali (1978)
Questo programma dà una buona idea di quella che era la formazione culturale e professionale prevista per impiegati di commercio e venditori negli anni ’70 del secolo scorso.
Programmi per le scuole di disegno del 1897/1901
Questi programmi sono stati approvati dal Consiglio di Stato nel 1897. Nel 1901 il governo ne propone poi una versione migliorata, preceduta da indicazioni sui vari tipi e sul numero di scuole di disegno realmente esistenti nel Cantone. In questo senso, la fonte che qui riproduciamo ci fornisce una serie di preziose indicazioni non solo sui contenuti, ma anche sulla diffusione di queste scuole professionali tra Otto- e Novecento. Infine il documento contiene anche le “norme d’esercizio” delle scuole di disegno, si configura cioè come un regolamento di questo tipo di scuole. Da notare che le scuole “semestrali” hanno una durata di sei mesi, quelle “annuali” invece di 10 mesi.
Programmi per il ginnasio, le scuole tecniche ed i corsi del liceo (1895)
Il documento sostituisce quello precedente del 1886. Da notare che il programma è pensato organicamente per questi tre tipi di scuole del secondario I e II, come a indicare che esse formano in comune un settore di scuole non obbligatorie e postobbligatorie, distinte dalle scuole elementari elementari minori e maggiori, ma anche dalle scuole di disegno.
Circolare 8.11.1848 (scuole di disegno)
Con questa circolare le autorità richiamano all’ordine docenti e direzioni del nuovo tipo di scuola (creato pochi anni prima nel 1844) al rispetto pieno dei regolamenti e programmi al fine di garantirne la qualità.
Della pubblica istruzione nel Cantone Ticino, di Stefano Franscini (1828)
Con questo scritto il Franscini fornisce una dettagliata descrizione dello stato e delle prospettive del sistema scolastico ticinese dei primi decenni. Ricco di informazioni, il documento fornisce numerose informazioni sulla reale situazione del sistema, dalle scuole al loro finanziamento, dalle prescrizioni sull’insegnamento al curricolo reale.
Regolamento degli studi liceali (1982)
Questo documento, entrato in vigore insieme ai programmi, sancisce il quadro istituzionale nel quale si svolgono gli studi liceali in Ticino fino alla riforma dell’ordinanza federale del 1995. Definisce tra altre cose i possibili tipi di maturità, ma soprattutto le scelte e i passaggi degli allievi tra questi tipi e le pratiche di valutazione nei licei cantonali.