Circolare concernente la vaccinazione e la rivaccinazione

Questo documento è un interessantissimo esempio di come la scuola pubblica fosse, alla fine dell’Ottocento, uno strumento di politiche statali in materia di salute pubblica. Inoltre è un buon esempio di come in questa materia i vari attori in ambito sanitario e scolastico interagivano in una complessità sistemica che a non necessariamente ci si aspetterebbe in quel periodo.

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La circolare va letta anche nel contesto della legge federale sulla epidemie, di cui il Cantone aveva emanato pochi anni prima (nel 1888) un Regolamento di applicazione i cui principi avrebbero trovato applicazione ancora durante la terribile pandemia dell’Influenza spagnola del 1918.

§ 32. Dato un caso di vajuolo, il Medico delegato provvederà alla rivaccinazione degli allievi, non ancora rivaccinati, delle scuole comunali, e per mezzo della Municipalità inviterà gli abitanti del Comune a pubbliche rivaccinazioni. / Fatta la vaccinazione, le scuole rimarranno aperte, e non se ne allontaneranno che i giovinetti che abitano in case infette dal vajuolo. / § 33. Di regola, data un’epidemia, le scuole verranno chiuse soltanto quando l’epidemia medesima ha preso grandi proporzioni. Invece ne verranno allontanati i fanciulli abitanti nelle case infette. / § 34. Gli allievi guariti da qualsiasi malattia contagiosa non verranno riammessi alla scuola senza un regolare attestato medico. / Questi attestati potranno essere rilasciati da tutti i medici legalmente esercenti nel Cantone. L’Autorità municipale potrà in determinate epidemie ordinare che vengano rilasciati soltanto dai Medici delegati, o che da questi vengano riconosciuti.